NON PERDE LA PATRIA POTESTA’ LA MADRE CHE PER RAGIONI DI LAVORO PORTA IL FIGLIO IN UN’ALTRA CITTA’

Pubblicato da il 19 giugno, 2018

Non perde la patria potestà la madre separata che, anche senza il consenso del padre, porta il figlio in un’altra città dove trova un lavoro, dopo aver perso l’impiego precedente, e dove ha l’appoggio della sua famiglia. La Cassazione, con la sentenza 15949, respinge il ricorso del padre del bambino contro la decisione della Corte d’Appello di cancellare il verdetto con il quale il Tribunale dei minori aveva dichiarato la decadenza della responsabilità genitoriale della madre. Una decisione severa con la quale il Tribunale aveva “punito” il trasferimento di residenza della madre, con il figlio al seguito in una città del nord, impedendo così di fatto la relazione con il padre che viveva a Roma. La Corte d’Appello aveva però accolto il ricorso della donna, una giornalista, secondo la quale la perdita della patria potestà era una “pena” eccessiva per un comportamento ampiamente giustificato dall’opportunità di un nuovo del lavoro e dalla presenza, nella città prescelta, dei suoi genitori. Un passo che le aveva consentito di trovare un alloggio e un’occupazione. Il tutto fatto a fronte di una completa imprevedibilità e inaffidabilità del padre del minore. L’uomo aveva invece fatto presente il pregiudizio arrecato al suo rapporto con il figlio, con le conseguenti difficoltà del ragazzo nel percorso scolastico. La Suprema corte però respinge il suo ricorso, chiarendo che il trasferimento era stato dettato da motivazioni non egoistiche o futili. Dalla sua la donna aveva, oltre alle buone ragioni per la “fuga” dalla capitale, anche un rigoroso rispetto delle disposizione di Tribunale. Il consulente tecnico d’ufficio aveva, infatti, verificato la buona relazione del minore sia con il padre sia con la madre, indicando come preferibile la scelta di far risiedere il bambino presso la madre “che ha le capacità, l’attenzione e l’amore per accudire il figlio”